I personaggi creati con la suggestione di certe invenzioni felicemente uniche possiedono tutte le credenziali per divenire riferimenti di fondo. Rosa Elena Orsina si muove all’interno dell’arte esprimendo verità e vitalità su temi incentrati sulle situazioni dell’esistere. Il suo narrato, sia che venga presentato sotto forma di pittura che di collage, risulta fitto di dialoghi e l’enumerazione dei relativi dettagli rappresentano gangli vitali in cui sono raggrumati dati ed oggetti descritti in stile asciutto, secco ma non arido, che intendono coinvolgere psichicamente il fruitore. Ponendo personaggi e situazioni con visionarietà quasi iperrealista, l’autrice miscela insiemi in piani percettivi al fine di ottenere un continuo intreccio che solo un attento osservatore potrà poi dipanare. La nozionistica risulta essere una fonte prettamente personale, un’attività che dipende da processi mentali di selezione, di confronto e di riconoscimento mentre le immagini proposte da Rosa Elena Orsina qui sono giocate in modo simile ma certamente non identico alle parole espresse, anche perché la figurazione, nella sua versione ottica, sa giocare in modo inequivocabilmente superbo. Parola e rappresentazione pittorica esprimono la medesima idea ma la seconda con “coloriture” ed intendimenti decisamente diversi.